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Dati Inail: il trasporto e magazzinaggio tra le attività più a rischio
Nel nuovo numero del periodico di INAIL una panoramica su uno dei settori più influenzati dal lockdown, ai primi posti anche per l’esposizione al contagio da Sars-CoV-2, all’origine del forte incremento dei casi mortali registrato nel 2021.
ROMA - Nel quinquennio 2017-2021 gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nel trasporto e magazzinaggio mostrano un andamento in leggero aumento nel primo triennio e una netta diminuzione, pari al 21,5%, tra il 2019 e il 2020, per effetto della pandemia, per tornare nell’ultimo anno analizzato ai livelli del 2017 (47.939 infortuni contro i 47.566 di cinque anni prima, con un incremento dello 0,8%). I casi mortali, invece, fanno registrare un +20,1%, dai 149 casi del 2017 ai 179 del 2021, aumento tutto imputabile alla letalità del Covid-19. A questo settore di attività, che dà lavoro a circa 1,1 milioni di addetti e nel 2020 è stato notevolmente influenzato dal lockdown, con una riduzione del valore aggiunto rispetto all’anno precedente pari al 15,6%, a fronte di un calo del 6,8% nel complesso, è dedicato il nuovo numero di Dati Inail. Il periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto segnala anche la parziale ripresa rilevata dall’Istat nel 2021, con una crescita superiore rispetto alla media delle attività economiche (+8,4% contro +6,4%), che però non ha permesso di recuperare i livelli pre-pandemia.
Le fasce di età più colpite sono quelle over 45 anni. Concentrando l’attenzione sugli infortuni definiti positivamente nel quinquennio 2017-2021, l’esposizione al rischio dei lavoratori del trasporto e magazzinaggio risulta tra le più alte. Il settore, infatti, è terzo per incidenza percentuale sul totale degli infortuni della gestione Industria e servizi e se non si considerasse il 2020, anno in cui la sanità ha registrato un numero di casi assolutamente anomalo a causa del Covid-19, sarebbe preceduto soltanto dal manifatturiero. Nel quinquennio analizzato il 12,1% degli infortuni accertati è avvenuto in itinere, nel percorso di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, e il restante 87,9% in occasione di lavoro, percentuali che passano rispettivamente al 16,0% e all’84,0% per i casi mortali. L’82,8% degli infortuni riguarda lavoratori di sesso maschile, a conferma della forte prevalenza di uomini rispetto alle lavoratrici in questo settore. Le fasce di età più colpite sono quelle tra i 45-49 e 40-44 anni, con percentuali pressoché identiche (rispettivamente 14,8% e 14,4%), seguite da quelle 50-54 anni (13,7%) e 55-59 anni (12,3%).
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Fonte: Puntosicuro.it